Terapie di Conversione: Anche in Nuova Zelanda, Così Come in Francia, Sono Vietate per Legge. E L’Italia?

terapie di conversione

Terapie di Conversione: Anche in Nuova Zelanda, Così Come in Francia, Sono Vietate per Legge. E L’Italia?

La piaga dell’omofobia è ancora un problema senza soluzione nel nostro paese, sopratutto dopo l’affossamento del DDL Zan. Il nostro paese dimostra di rimanere ancora indietro sul tema rispetto al resto del mondo, sopratutto se consideriamo che da noi non sono ancora state indicate come reato le cosiddette Terapie di Conversione

Quando parliamo di Terapie di Conversione facciamo riferimento ad un trattamento sanitario rivolto alle persone non eterosessuali al fine di indirizzarle attraverso metodi per lo più coercitivi, alla conversione verso l’eterosessualità

Sono molti i paesi che stanno inserendo il divieto di queste pratiche sanitarie nel proprio ordinamento. Ultima in ordine cronologico la Nuova Zelanda il cui parlamento ha approvato quasi all’unanimità una nuova legge che vieterà la terapia di conversione dell’orientamento sessuale e dell’identità o dell’espressione di genere. In base alla legge, che è passata con 112 voti a favore e 8 contrari,

sarà considerato un crimine fornire, promuovere o costringere qualcuno a subire iniziative e attività orientate a reprimere o cambiare l’orientamento sessuale, l’identità e l’espressione di genere delle persone non eterosessuali o non cisgender, cioè che non si riconoscono nel sesso loro assegnato alla nascita.

La legge entrerà in vigore tra sei mesi e prevede fino a tre anni di carcere per chi costringa a subire terapie di conversione bambine e bambini, minorenni oppure persone che non hanno autonomia decisionale. Prevede fino a cinque anni di carcere qualora gli interventi abbiano causato danni estremamente gravi, indipendentemente dall’età della persona che li subisce.

A inizio anno era entrata in vigore una legge del tutto simile in Canada

Anche in Francia Il 25 gennaio 2022 l’Assemblea nazionale ha approvato il disegno di legge nº 3030, presentato inizialmente il 23 marzo 2021, ora ufficialmente adottato e presto promulgato. Da settembre 2021 il Governo aveva avviato una procedura accelerata sul testo con l’obiettivo di combattere contro le terapie di conversione 

È stato quindi introdotto un nuovo reato nel codice penale, volto a punire le “terapie di conversione” e ogni pratica che voglia “modificare” l’orientamento sessuale o l’identità di genere di qualsiasi individuo. La pena prevista parte dai due anni di reclusione e una multa di 30.000 euro, che aumenta fino ai quattro anni di reclusione e 45.000 di multa se coinvolti minori o soggetti particolarmente vulnerabili.

I medici che sostengano di poter “curare” l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona, rischiano inoltre il divieto di esercitare fino a dieci anni.

L’espressione “terapia di conversione” è nata negli Stati Uniti negli anni ’50 e racchiude in sé diverse pratiche che, letteralmente, pretendono di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona.

Nitzan Horowitz, ministro della Salute israeliano, ha anch’esso ufficialmente introdotto una circolare che vieta ai medici del Paese di esercitare queste dannose pratiche. In conferenza stampa insieme al direttore generale del ministero Nachman Ash e al dottor Zvi Fishel, presidente del Consiglio nazionale per la salute mentale, ha dichiarato: “Un trattamento dovrebbe essere qualcosa che aiuti il paziente, ma le ‘terapie di conversione’ sono un “abuso crudele” Per poi aggiungere che tale “Porta all’autolesionismo, al suicidio e alla morte di un numero sempre maggiore di membri della comunità gay, il cui unico peccato è semplicemente essere quello che sono”.

E’ infatti dimostrato dal rapporto dell’American Psychology Association (Apa) che per chi viene “curato” attraverso queste pratiche , è facile cadere in depressione e sviluppare un’inclinazione al suicidio di otto volte maggiore alla norma

Anche in Canada, solo dallo scorso dicembre, le “terapie di conversione” per le persone LGBTQ+ sono illegali.

In Italia nel 2016 è stato promosso un ddl a riguardo ma il testo non è stato nemmeno mai discusso

Il documentario Pray Away su Netflix racconta che cosa sono le terapie di conversione di matrice religiosa, in questo caso cristiana. Il documentario racconta di Exodus International,  fondata nel 1976 da cinque cristiani evangelici, e sciolta nel 2013, da cui è nata chiama Exodus Global Alliance, che continua ancora oggi ad operare. Nel documentario vengono mostrate molte persone che fanno parte di Exodus Global Alliance e dichiarano di essere “guariti” dalla “deviazione” dell’omosessualità

Sebbene la legislatura non si sia ancora mossa al riguardo, in Italia, al contrario, la Società Italiana di Andrologia (Sia) ha espresso la sua preoccupazione rispetto ai dati che parlano di almeno il 10% di giovani in Italia sottoposti a pratiche di Terapie di Conversione.

Alessandro Palmieri, presidente SIA e professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli su questo ha dichiarato che “le cosiddette terapie di conversione, ovvero un mix di interventi che vanno dalla psicoterapia, all’uso di farmaci, fino a dei veri e propri riti hanno basi scientifiche inesistenti, sono contrarie a ogni deontologia e sono pericolose e dannose per chi le subisce, spesso adolescenti o giovanissimi”. Nel mondo le pratiche di conversione sono ancora accettate in almeno 68, secondo le Nazioni Unite.
Continua Palmieri  “imperativo tutelare il rispetto dell’identità di genere e crediamo essenziale aiutare ogni persona a vivere pienamente nel genere in cui si identifica: il genere non deve essere adeguato all’anatomia corporea, ma l’anatomia può e deve essere cambiata, se la persona lo desidera, per renderla concorde con il genere“.

 

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