Relazioni Tossiche: Quando una dipendenza affettiva può trasformarsi in “amore criminale”?

femminicidio

Le relazioni tossiche sono ormai una realtà e dobbiamo sempre di più provare a guardare nelle nostre relazioni per scongiurare il rischio di essere finiti in un rapporto tossico. La dipendenza affettiva può trasformarsi in amore criminale, e sempre più spesso si conclude con un caso di femminicidio. Perchè? Quali sono stati i casi di cronaca in cui è avvenuto proprio questo?

Cronaca Nera e Femminicidio: quando una dipendenza affettiva diventa amore criminale?

Alessandra Musarra: uccisa a Messina il 7 Marzo 2019

Alessandra Musarra, 29 anni, venne  assassinata la sera del 6 marzo 2019 nella sua casa di Messina dal fidanzato Cristian Ioppolo. Il 26enne, è stato condannato in appello all’ergastolo, confessaando di averla  picchiata e soffocata.

La mattina del 7 marzo 2019 Alessandra Immacolata Musarra venne trovata priva di vita nel suo appartamento al rione Santa Lucia sopra Contesse di Messina. A trovare il cadavere è il padre angustiato perché la figlia 29enne non risponde più al telefono. Alessandra è stata malmenata e poi soffocata dal suo fidanzato, Cristian Ioppolo, 26 anni, che viene fermato poco dopo, non prima di aver provato  a sviare le indagini accusando l’ex compagno della vittima. Il 27 maggio 2022 la Corte d’Appello di Messina conferma per la condanna all’ergastolo.‍

Roberta Siragusa: uccisa nel 2021 dal fidanzato

Pietro Morreale è stato dichiarato colpevole  e condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata Roberta Siragusa, uccisa la notte del 24 gennaio 2021 nel Palermitano.

Storie di Femminicidio e Amori Criminali

Queste sono solo 2 terrificanti storie riferite dalla cronaca, classificate come  femminicidi,  non siamo di fronte al semplice delitto di donne in quanto donne in cui gli assassini percuotono quell’unica donna nei confronti della quale hanno maturato una severa dipendenza emotiva, tanto da sentirsi disadatti di vivere senza di lei e da diventare a un punto tale gelosi da preferirla morta che con qualcun altro.

Quando usiamo l’espressione Amore criminale  vogliamo invocare una trama di affetti, passioni, coinvolgimenti, gelosie eversivi tali da portare al crimine.  

Dipendenza a Co-Dipendenza Affettiva

Dal punto di vista del clinico il fenomeno criminale è assai diverso, questo tipo di dinamiche relazionali rientra in quella che possiamo definire dipendenza, o co-dipendenza, affettiva. Nei confronti dell’amore, non si può, e non si deve, fare prevenzione. L’amore, lo possiamo pensare unitamente alla curiosità e all’irrequietezza, che sono il motore dello sviluppo umano.

Possiamo quindi dire che l’amore può essere una specie di dipendenza naturale, un’alterazione psicofisica normale conosciuta dalla maggior parte degli esseri umani almeno una volta nella vita. La relazione romantica potrebbe essere una dipendenza oggettiva, quando la relazione è biunivoca e non nociva, ma divenire facilmente una dipendenza pericolosamente negativa quando è inadeguata, non corrisposta o non contraccambiata.

Per comprendere il punto d’inizio della dipendenza affettiva è doveroso cominciare a riflettere sul fatto che nessun disagio ha un solo punto di origine, ma è il derivato dall’intrecciarsi di fattori di rischio che insieme causano il suo sviluppo. Un altro aspetto da non sottovalutare è il ruolo delle circostanze che l’individuo vive e che possono agevolare in qualche modo il comparire del malessere che potrebbe rimanere subissato. Certamente tra i fattori d’importanza possiamo includere l’educazione ricevuta e le esperienze infantili; esattamente, coloro i quali esperiscono mancanza di affetto, negligenza, lutti, traumi legati alla sfera affettiva, durante il loro sviluppo hanno più grande possibilità di sviluppare tratti dipendenti e predisposizioni a legarsi in maniera opprimente e poca sana al partner.

Dipendenza Affettiva inserita in quelle conosciute come “nuove dipendenze”

La dipendenza affettiva rientra nelle nuove dipendenze, vale a dire processi che mostrano le stesse caratteristiche della tossicodipendenza, ma non sono determinati dall’assunzione di una sostanza di abuso. Tutte le forme di dipendenza hanno elementi in comune: possono essere percepite come tentativi di mantenere sotto controllo le proprie emozioni attraverso esperienze che ricoprono le seguenti funzioni: attenuare la noia, ampliare le percezioni di benessere; distanziare la tristezza, il dolore e ogni tipo di emozione sgradevole.

Segnali e sintomi di dipendenza affettiva

Precisamente nella dipendenza affettiva, le esperienze ripiombano all’interno di due categorie:

  1. Le immaginazioni romantiche, che aiutano ad affievolire la paura della solitudine e del rifiuto, giurandosi  “felicità eterna”
  2. La consapevolezza del legame di attaccamento, che tranquillizza la paura, conscia o inconscia, di essere lasciati e di sopprimere la solitudine e le mancanze nell’autostima.

I segni e i sintomi della dipendenza affettiva sono corrispondenti a quelli delle dipendenze comportamentali, e comprendono:

  • Il piacere derivante dall’oggetto della dipendenza; 
  • Tolleranza: il bisogno costante di incrementare il tempo trascorso con il partner diminuendo notevolmente il tempo investito in attività autonome o contatti con altre persone; 
  • Astinenza: la comparsa di emozioni negative molto acute, come ansia, panico, depressione, quando il partner è fisicamente o emotivamente lontano;
  • Perdita di controllo: l’incapacità di ragionare in maniera lucida sulla propria situazione e di controllare i propri comportamenti, alternata a momenti di lucidità in cui la persona dipendente sperimenta disagio e rimorso.

Le persone con sintomi della dipendenza affettiva sentono il bisogno del  legame nei confronti di una persona dalla quale dipendono totalmente e sulla quale impiegano tutte le proprie forze. Vivono regolarmente nell’ansia di poterla smarrire e hanno bisogno costante di rassicurazioni. Riferiscono di avere  difficoltà nel riconoscere in modo conscio i propri bisogni ed obiettivi se non in presenza di una figura di supporto o di un contesto che svolga questa funzione.

Nella coppia tendono  a riporre nel  partner richieste affettive amplificate ed contraddittorie e a non percepirsi prediletti in maniera sufficiente ed bilanciata. Talvolta ingrossano  tali richieste fino a decidere una spaccatura definitiva del rapporto.

I sintomi della dipendenza affettiva non si manifestano per forza all’interno di una relazione di coppia, ma possono svelarsi anche nei confronti di un genitore, di un altro familiare, di una figura amicale o di una persona d’autorità.

Una specifica configurazione di dipendenza affettiva è la co-dipendenza. Una condizione multidimensionale che racchiude varie forme di sofferenza o annullamento di sé, connessi alla focalizzazione delle proprie attenzioni sui bisogni di un partner dipendente da sostanze o da attività.

Una domanda che dovremmo porci a questo punto è quando il controllo diviene tormento e quando la vicinanza diventa maltrattamento? Il passaggio è breve. 

La soggettività del dipendente e quello del contro-dipendente facilitano lo stabilire di una relazione non solo impostata sulla costante ricerca di contatto e prossimità,  ma anche di controllo e potere. L’assenza di una stabilità nella richiesta che il dipendente fa nei confronti del contro-dipendente, e la predisposizione del partner a favorire e avvalersi della situazione, implica un ipercontrollo che degenera in imposizione e graduale chiusura nella relazione disfunzionale. 

Non è solo l’aspetto cognitivo a porre le basi della dipendenza affettiva,  ma la componente emotiva. La dipendenza psicologica dal partner rende difficilissimo alla persona rinunciarvi, per questa ragione vessazioni, ricatti morali, svalutazioni, isolamento sociale e sottomissione divengono ammissibili all’interno della relazione. 

Tutti questi motivi che abbiamo appena elencato sono a monte in quella che poi viene definita violenza di genere, facendo attinenza a donne maltrattate, perseguitate e uccise da uomini loro partner o ex partner, ossia quello che oggi comunemente chiamiamo femminicidio.
Statisticamente, seppur esistenti, sono notevolmente inferiori i casi in cui sono gli uomini a subire questo tipo di attenzioni “morbose” fino a sfociare nella violenza fisica

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