Il 10 Settembre è stata la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Questo è un momento storico in cui tanto si sta sentendo parlare di persone (giovani, donne, adolescenti ed adulti vittime della crisi) che si tolgono la vita. Ultimo, tra le notizie di cronaca, il suicidio di Manuel Valicella, ex tronista di Uomini e Donne, che da tempo soffriva di depressione e, sembra, non abbia mai superato la morte della madre. Al Corriere della Sera Enrico Ciriaci, amico di sempre del ragazzo, ha dichiarato:
Soffriva di depressione da quanto tre anni fa era morta sua madre, ma mai avremmo pensato si sarebbe tolto la vita. Non era il tipo di persona che esterna i suoi problemi, teneva tutto dentro
Anche Ludovica Valli, che il giovane aveva corteggiato a Uomini e Donne prima di diventare tronista, ha espresso incredulità di fronte alla notizia del suicidio del ragazzo:
Sono senza parole, davvero sconvolta. Non dimenticherò mai la tua timidezza e i tuoi occhi dolci. Ora puoi riposare, che la terra ti sia lieve Manuel. Rimarrai per sempre nel mio cuore. Ti mando e continuerò a mandarti, lassù, sempre, i nostri abbracci
Così come per gli amici ed i famigliari di Manuel Vallicella, spesso il suicidio arriva come un fulmine a ciel sereno senza che nessuno sospettasse neppure lontanamente del disagio che la vittima stava covando.
Come possiamo capire se una minaccia di suicido è concreta? Quando rivolgersi ad uno specialista? A chi rivolgersi?
Suicidio: Cause e Prevenzione dell’atto suicidario
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il suicidio è un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso. Lo possiamo fare derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali.
Cos’è il suicidio?
Il termine suicidio deriva dal latino suicidium, e letteralmente significa uccisione di sé stessi, pertanto si intende l’atto col quale una persona si procura volontariamente e consapevolmente la morte. Esso non è altro che la morte causata da un atto intenzionale di autolesionismo ideato per essere letale.
Il Comportamento sucidario
Il comportamento suicidario comprende il suicidio compiuto, il tentato suicidio e l’ideazione suicidaria. Le ricerche sul suicidio hanno visto che è correlato ad una malattia mentale o a disturbi dovuti all’uso compulsivo di sostanze come alcool o droghe. L’abuso di sostanze rende anche più probabile che si arrivi ad agire per pensieri di suicidio impulsivi o comportamenti a rischio.
Le persone che muoiono per suicidio, rappresentano solo una frazione di quelli che ci pensano o che arrivano a compiere almeno un tentativo: le statistiche hanno evidenziato che i tentativi potrebbero essere tra 8 e 25 per ogni morte effettiva. I fattori di rischio che determinano un tentato suicidio negli adulti sono depressione e uso di sostanze stupefacenti. Il suicidio viene vista come una tragica risposta alle situazioni di vita stressanti, e tanto più tragica perché prevenuto. Spesso il soggetto a rischio di suicidio si presenta con pensieri identificabili con le seguenti espressioni: “Sono triste, depresso”, “Non posso più andare avanti così”, “Sono un perdente”, “Gli altri staranno meglio senza di me”.
Suicidio: Fattori di Rischio
Un altro fattore di rischio del suicidio è che legato a sentimenti di disperazione, rabbia incontrollabile; alla ricerca di vendetta, all’agire in modo imprudente o rischioso e senza meditare sulle conseguenze di un certo comportamento, al sentirsi intrappolati e sentirsi senza via d’uscita. La conseguenza può essere il consumo di alcol e droga; l’allontanamento dalle amicizie, dalla famiglia, e dai contatti sociali; può manifestare ansia, agitazione e disturbi del sonno sono sempre identificabili in presenza di rischio di suicidio. La persona, con pensieri suicidari ,riferisce dai suoi racconti che nota cambiamenti marcati del tono dell’umore, mancanza di motivazione nel vivere e della non identificazione del senso della vita.
Suicidio: Prevenzione
Il suicidio si può prevenire. La maggior parte degli individui con rischio di suicidio vuole assolutamente vivere; costoro non riescono, cercano possibili alternative ai loro problemi. Emettono dei chiari segnali inerenti alla loro intenzione suicida, ma spesso chi è intorno non coglie il significato di tali messaggi, oppure non sa come rispondere alla loro richiesta d’aiuto. Molto spesso capita che chi parla del suicidio non induce nell’altro un proposito suicidario; al contrario, l’individuo in crisi e che pensa al gesto, si sente sollevato dal poterne parlare, ed ha l’opportunità di sperimentare un contatto empatico. Il suicidio tormenta profondamente gli individui, le famiglie, i luoghi di lavoro, la comunità e la società nel suo complesso. Studi recenti hanno messo in evidenza che chi perde una persona cara a causa del suicidio, rimane a lungo traumatizzato e sono molto spesso anch’essi a rischio di suicidio. La sfida della prevenzione del suicidio dovrebbe essere intrapresa dalla collettività.
Prevenire il Suicidio: L’importanza della collettività
Probabilmente, eseguendo un’indagine ad hoc sul suicidio che gioco hanno le emozioni negative, per cui si puó fare molto di più. Dobbiamo provare ad essere empatici con il dolore mentale del paziente considerandolo l’unicità della sua sofferenza. Ogni sforzo dovrebbe essere fatto per cambiare anche di poco il dolore da ‘intollerabile’ a ‘tutto sommato sopportabile’; nel far questo l’enfasi dovrebbe essere sui bisogni psicologici frustrati dai quali origina la sofferenza del soggetto a rischio.
Tutti gli operatori della salute mentale, e non, che entrano in contatto con la popolazione generale, per fornire servizi di assistenza, consulenza e supporto, sono coloro che veicolano informazioni chiare e precise sul riconoscimento e sulla gestione del soggetto suicida. Chi pensa al suicidio non vuole realmente morire: desidera solamente porre fine ad un dolore insopportabile. Urlare quel dolore a qualcuno significa cominciare a liberarsene.