La Nomofobia è un termine che viene utilizzato per indicare la condizione di forte ansia e di paura sconsiderata di rimanere senza connessione, senza telefoni cellulari e più in generale, la preoccupazione costante di non potere accedere, da un momento all’altro, alla rete e dunque, di non essere più in contatto con gli altri e col mondo.
Smartphone: Malattia Sociale
Come la televisione ed il computer, anche il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico di crescente utilizzo che, come dimostrano recenti e numerosi studi, è anche un oggetto verso il quale si può sviluppare una vera e propria forma di dipendenza.Con la crescita del numero e dei modelli di cellulari, nonché dei servizi offerti attraverso il telefonino, si assiste infatti all’incremento di casi di quella che, in alcuni paesi, è già diventata una “malattia sociale” e che è stata definita “telefonino-dipendenza”, “cellularomania” o “cellulare-addiction”.
Dal telefono al telefonino: cambiamenti socio-psicologici della comunicazione telefonica
Poco importa che sia “touch” o no. Quell’apparecchio dà un senso di libertà, indipendenza e sicurezza, viene sempre portato con sé, viene usato ovunque, dà la possibilità di essere raggiungibili e di poter comunicare in qualsiasi momento con il mondo sui social e coi messaggi. Una modalità di comunicazione, basata sulla rapidità e sulla facilità nel raggiungere l’altro, che potrebbe presentare dei rischi in particolare per le persone workdipendenti che, già faticano a staccarsi dal lavoro tanto da portarselo anche a casa, nel week end e in vacanza.
Risultando così “assenti” nei legami affettivi e familiari.
Chi sono i Sempre Connessi?
Sempre connessi, ventiquattr’ore su 24. C’è chi è talmente dipendente dallo smartphone da arrivare a provare un senso di malessere, fino una vera e propria angoscia, se non è “armato” di cellulare carico. Se ci potessero vedere i nostri bisnonni, chissà cosa penserebbero.
Gli smartphone hanno stravolto la nostra vita, inutile negarlo. Ormai ne siamo dipendenti. Che sia un bene o un male, saranno i posteri a dircelo. Intanto, però, basta sedersi su una panchina e osservare la gente passare sul marciapiede per rendersi conto di come il ‘panorama‘ umano sia cambiato nel giro di pochi anni.
Camminare a testa alta una volta era un vanto, oltre che un modo di dire. Oggi, sempre più spesso, è una pausa per stiracchiare il collo fra una chattata e l’altra, nei ristoranti al tavolo si nota gente che preferisce comunicare virtualmente, che con la persona seduta accanto, si è persa l’importanza della relazione reale.
Funzione Psicologica del Cellulare: Regolare la Distanza
Una delle principali funzioni psicologiche del cellulare è quella di regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni. Attraverso il telefonino, infatti, ci si può avvicinare o allontanare dagli altri: ci si può proteggere dai rischi dell’impatto emotivo diretto, trovando una risposta alle proprie insicurezze relazionali, alla paura del rifiuto ed ai sentimenti di insicurezza; ma ci si può altresì mantenere vicini e presenti costantemente alle persone a cui si è legati affettivamente, gestendo l’ansia da separazione e la distanza, costruendo un “ponte telefonico” che attraversa infiniti spazi in pochissimo tempo.
Smartphone e Adolescenti: Un Pericoloso Strumento di Difesa
Gli adolescenti sono più spesso esempio dell’utilizzo del telefonino come strumento di difesa per affrontare le insicurezze nella comunicazione, sia nella fase di iniziale di conoscenza che in quelle di trasformazione e gestione delle relazioni.
I Genitori usano il Telefonino come “Guinzaglio Telematico”
I genitori invece, sempre più spesso sostenitori del precoce possesso del telefonino da parte dei bambini e ragazzi, trovano nel telefonino una risposta al proprio bisogno di restare costantemente presenti nella vita dei propri figli, adoperando il cellulare come ciò che è stato definito un “guinzaglio tematico”, non capendo che a volte non è la soluzione migliore per controllare il figlio.
Bambini sotto i 10 anni con il cellulare in mano che comunicano tramite whattsapp..ma dove stiamo andanto a finire? che generazione futura sarà?
Pertanto sarebbe auspicabile che i genitori sorvegliassero il livello di uso e gestione degli smartphone dei loro figli: tra gli atteggiamenti da adottare sarebbe auspicabile anzitutto impedirne l’uso, soprattutto in tenera età. Nei casi in cui lo si consenta, occorre limitare il tempo trascorso sui device e supervisionare il loro utilizzo, stabilendo delle regole condivise con il bambino, impostando un parental control, informando i figli dei rischi che si corrono con un linguaggio adatto alla loro età ed infine, ma di importanza cruciale, stimolare altre vie di comunicazione e di intrattenimento non virtuali.
Dipendenza da Smartphone: Prevenire Importante Quanto Curare
La prevenzione di questa forma di dipendenza è importante quanto l’intervento su di essa nella sua forma più acuta. Esiste infatti la possibilità che, in un periodo particolarmente difficile della vita il telefonino diventi un oggetto su cui canalizzare uno stato di disagio affettivo, relazionale. Pertanto, è importante allenarsi ad un rapporto equilibrato con il cellulare, limitato nel tempo e capace di autocontrollarsi, concedendosi talvolta qualche pausa dalla sua presenza rassicurante.
Dipendenza da Smartphone e Nomofobia, Quasi Sempre Compaiono Insieme
Come ogni dipendenza, anche quella da smartphone rappresenta un problema molto complesso, che può compromettere la qualità della vita non soltanto di chi ne soffre, ma anche di chi gli sta vicino. Lo stesso vale per la nomofobia, che spesso compare insieme. La paura di non essere sempre connessi alimenta la dipendenza e dall’altro la nomofobia attiva un circolo dal quale è difficile uscire senza un aiuto esterno. Pertanto si tratta di due aspetti complementari, che possono inoltre convivere con la presenza di altri disturbi d’ansia e i cui sintomi sono comuni anche ad altre condizioni. Per individuare una terapia che aiuti questi pazienti ad uscire da questa spirale, è importante prima di tutto arrivare a una diagnosi, individuando la dipendenza e gli eventuali altri sintomi riconducibili alla nomofobia. Prima cosa da fare è aiutare questi pazienti che mostrano un comportamento dipendente è recuperare gradualmente la capacità di usare lo smartphone in modo sano, e attivare contemporaneamente un percorso di sostegno mirato con uno psicologo.